Da ragazzina mi sono sempre reputata una persona forte. Una di quelle che non ha difficoltà a dire le “cose in faccia”, a gridare quello che pensa. Oserei dire l’attaccabrighe di turno, quella che ha sempre da dire la sua, meglio ancora se fosse l’ultima parola.
Al liceo ero convinta che, imporsi con la propria ragione mi facesse sembrare una tosta, ma poi il giorno dell’esame di fine anno il presidente della commissione mi piegò. Capì da uno sguardo, aiutato dai suoi anni di esperienza, che tipetta fossi. Mi mise seriamente in difficoltà, e nonostante non riuscì a farmi “cedere” sentivo le lacrime pronte per uscire. Mi stava smascherando. Ci era riuscito. Una volta finito l’esame, mi strinse la mano e mi disse che con me aveva sbagliato. Assurdo sentirselo dire, ma aveva esagerato. Ma doveva farmi capire una lezione di vita importante. Non sempre la ragione porta alla vittoria, se non hai il coltello dalla parte del manico. Ed in quel caso, lui aveva la parte del manico mentre io avevo la lama, quella paurosa, affilata tagliente lama. Più che diplomarmi, mi é sembrato un brusco modo per affacciarmi alla vera vita. Un po’ come la famosa pacca sulla spalla data al povero di turno che deve affrontare chi sa quale prova. Eppure quel professore ci aveva visto bene. Io non ero quello che a tutti volevo far credere.
Io ero apparenza.
Perché dentro di me sono un miscuglio di paure ed insicurezze. Sono spesso una valle di lacrime, sono un battito incessante di paure. Mi porto fin da piccola il mio bagaglio con me, le mie incertezze. Ma sopratutto quello che condiziona il mio essere è la grande paura che ho dell’abbandono.
Ho sempre dato la colpa al divorzio dei miei genitori, ma forse è un modo per giustificare qualcosa che non so spiegare. Mai mi son sentita sola con loro, mai mi son trovata a tendere la mano e non trovare la loro. Stanchi, delusi, arrabbiati, felici, gioiosi. Non importa come quando e perché, ma loro, il mio pilastro non sono mai mancati. E sarà forse questo il motivo di perché io sono così morbosamente attaccata a loro. Loro che nonostante tutto, nonostante i loro problemi, non mi hanno MAI abbandonata.
Ma questa mia paura ha da sempre e per sempre condizionato il mio modo di relazionarmi con le persone. Per quanto d’impatto indosso la mia armatura da “io sono una tipa tosta tu che cosa vuoi da me” se poi la riesci a togliere divento ” chiedimi qualunque cosa in qualsiasi momento per te farei di tutto” . E fare così non va bene, perché c’è una sottile linea tra essere amici per affetto o per interesse.
Eppure non riesco a fare diversamente.
Quando mi affeziono ad una persona cerco di dare tutto quello che mi è mancato. Tutto l’affetto, la sicurezza di dire ” io ci sarò sempre” .
Per fortuna la vita mi ha dato, oltre a dei splendidi genitori ( dire due è riduttivo) un marito, compagno di vita da 9 anni, eccezionale. Un ragazzo che da sempre mi ha aiutata a guardare in faccia alle mie paure ed affrontarle. Un uomo che mi è stato accanto durante momenti difficili sia emotivamente che fisicamente. Mi ha spronata e sgridata quando necessario. Ed insieme abbiamo fatto nascere dal nostro amore Emanuele.
A lui insegnerò a spiegare le ali senza aver paura. Perché noi saremo sempre un passo dietro di lui, per seguirlo, osservarlo, aiutarlo. Noi saremo il suo porto sicuro, sempre. Gli insegneremo che è importante amare e rispettare il sentimento altrui, ma che deve sempre avere rispetto per se stesso. Che si può sbagliare, ma è fondamentale riconoscerlo, e sapere chiedere scusa. Gli insegnerò che ogni volta che cade può raccogliere qualcosa. Ma sopratutto, gli insegnerò il valore della famiglia. Quella che non lo lascerà mai.
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Per quanto complicata possa io essere, son certa di essere un’amica sincera e sempre presente, una moglie fedele e premurosa, una figlia rispettosa ed amorevole ed una madre innamorata.
Anche se non ricevo sempre quel che do, anche se spesso prendo rose piene di spine, difficilmente potrò cambiare questi aspetti del mio carattere.
Grazie a chi non si sofferma alla mia armatura.
Grazie a chi non se ne approfitta della mia debolezza

2 COMMENTS
Ilaria Francesca
6 anni agoChe articolo meraviglioso Roberta!
È profondo…e mi ha portato a riflettere….ti ringrazio e, anche se non ti conosco personalmente, permettimi di abbracciarti con affetto. Ilaria
Antonella Barletta
6 anni agoBella amica ?